Ospite d'Eccezione: Luca Bracali (National Geographic, RAI)

il Video Completo di questo test è disponibile sul nostro canale Youtube.

Obiettivo del Test

Con questo test comparativo abbiamo cercato di capire quando, in campo fotogrammetrico, è meglio utilizzare il Matrice 300 Rtk di casa Dji (equipaggiato con la Zenmuse P1 Full Frame 45 MP) e quando invece è meglio affidarsi all’Evo2 Enterprise RTK prodotto da Autel Robotics (col suo sensore 6k da 20 MP).

Scenario del Test

Per correttezza abbiamo tentato di rendere il confronto più obiettivo possibile. Abbiamo svolto le missioni alla stessa quota di volo (44 metri), lavorando in NTRIP HOST, con correzione real time data dall’antenna G7 South confiugrata come base.
All’interno di un comune sistema di riferimento sono stati utilizzati gli stessi target, riconosciuti automaticamente da Metashape.

Missione

Iniziamo certificando i checkpoint della missione con il sistema GNSS South (prodotto con un rapporto qualità/prezzo che ci ha lasciato a bocca aperta sin dal primo utilizzo).

Impostiamo la quota di volo del Matrice 300 Rtk a 44 metri, aumentando il parametro EV della Zenmuse P1 di un punto (in delle precedenti missioni abbiamo ravvisato una vistosa sottoesposizione delle immagini prodotte dalla camera Dji).

Per l’Evo 2 impostiamo una missione identica ma in modalità di scatto totalmente auto, visto che i pregressi non avevano, a nostro avviso, evidenziato particolari difetti.

GSD – Una differenza da tenere in considerazione riguarda il parametro GSD delle due camere. Il drone di casa Autel ha una GSD di 1 m per pixel, mentre il Matrice presenta una GSD di 0,55 cm per pixel.

GSD è un acronimo di Ground Sample Distance e, in parole povere, è la quantità di terreno contenuta in un pixel. Più lo spazio contenuto in un pixel si riduce, più l’immagine dovrebbe essere migliore.

Piccola parentesi:
sappiamo che molti utenti del Matrice 300 ancora non sono entrati nell’ottica NTRIP HOST, e che utilizzano la Base Station DJI che non ha rover né può vantare l’efficacia di un sistema GNSS.

L’area di missione, non troppo vasta, è stata contrassegnata con 6 check point che sono stati riconosciuti fino a 60-70 metri di altezza dall’Evo e anche oltre ai 100 metri dal Matrice.

Il Matrice ha scattato 46 foto, quasi il doppio ne ha scattate l’Evo2 (88 foto complessive).

Analisi Post-Missione

In fase di analisi abbiamo deciso di farci dare una mano dal Geologo Gianluca Fallacara, esperto di rilievi fotogrammetrici, e da Luca Bracali, fotografo, videomaker, documentarista e direttore della fotografia, con all’attivo numerose collaborazioni, solo per fare due nomi, con National Geographic e RAI.

Budget

Il budget da investire per accaparrarsi le prestazioni di Matrice ed Autel Enterprise è uno dei primi fattori a saltare all’occhio quando si valutano le differenze tra i due prodotti.

Facendo due rapidi calcoli si può stimare una cifra intorno ai 4400 euro per lavorare con l’Autel Evo 2 Enterprise RTK; il Matrice 300 RTK invece “impone” un investimento di oltre 20000 euro, senza contare il fatto che vola con due batterie da 700 euro e che l’iter gestazionale (autorizzazioni, patentini, manutenzione) è nettamente più impegnativo.

L'Analisi Qualitativa di Luca Bracali

Il nostro ospite d’eccezione ha subito espresso una grande sorpresa per la qualità delle foto della camera dell’Autel Evo 2 Enterprise RTK, soprattutto nel paragone con le foto scattate dalla sua concorrente decisamente più impegnativa a livello di budget (la Zenmuse P1 del Matrice 300 RTK).

Secondo Luca Bracali il livello di dettaglio è leggermente superiore (circa un 5% con zoom molto elevato) sul Dji; le differenze più evidenti riguardano temperatura colore ed esposizione, e su questi parametri la camera Autel restituisce risultati di gran lunga migliori.

La camera Autel restituisce anche un’immagine lievemente sovraesposta, di un terzo; sicuramente meglio della P1 che invece sottoespone in maniera significativa (nonostante con le impostazioni manuali si si cercato di contenere questo difetto).

È evidente come la camera dell’EVO2 catturi la luce in maniera più fedele (la foto del Matrice sembra scattata in una giornata nuvolosa). Forse la camera Autel “spara” un po’ troppo… ma il Matrice priva i colori di saturazione (vedere il verde in foto).

Automatico o Manuale?

All’interno dell’analisi c’è spazio per una piccola digressione di Luca Bracali sull’opportunità di utilizzare o meno le impostazioni manuali anche nei lavori di fotogrammetria.

Il celebre fotografo ci spiega che, nei limiti del possibile, è sempre meglio fare ricorso a impostazioni manuali. Sicuramente, nel caso si utilizzasse la P1, è necessario evitare l’automatico “totale” per evitare di trovasi di fronte a foto totalmente sottoesposte e inutilizzabili in qualsiasi ambito che potrebbero anche compromettere del tutto il rilevo fotogrammetrico.

La foto è stata scattata (modalità automatica) dalla camera del Matrice 300 RTK e mostra una lacuna evidente dal punto di vista dell’esposizione (problematica assenta nell’Autel Evo2 Enterprise, anche operando con parametri totalmente automatici).

Un altro consiglio che ci regala Luca Bracali è quello di scattare sempre in raw.

Gli Inconvenienti del Settaggio Automatico in Fotogrammetria

Quando effettuiamo missioni fotogrammetriche con impostazioni manuali dobbiamo impostare i parametri della nostra camera basandoci su quello che è lo scenario complessivo della missione.

Naturalmente, ci spiega Luca Bracali, ci sono dei casi in cui però il settaggio in manuale in fotogrammetria non conviene:

1. Quando le condizioni di luce potrebbero variare durante la missione.

2. Quando la conformazione del paesaggio in cui avviene la missione non è omogenea in tutte le sue parti.

In mancanza di queste condizioni è meglio optare per le impostazioni automatiche (o quasi totalmente automatiche).

 Approfondimento: Piccola "Lectio Magistralis" di Luca Bracali (estratto dal video comparativo). 

La Resa dei Conti

Ma alla fine, cosa conviene utilizzare per i nostri rilievi fotogrammetrici?

Il Matrice 300 Rtk è sicuramente un punto di riferimento per la maggior parte delle aziende produttrici di fotocamere, ma buttare intere giornate di lavoro a causa dell’evidente sottoesposizione che interessa la P1 è un rischio che un professionista non si può permettere; per utilizzare al meglio questa camera e le altre equipaggiabili, e questo è un dettaglio che vi invitiamo a non sottovalutare, è necessario avere una discreta padronanza fotografica (cosa che con l’Evo non è a nostro parere necessaria).

In virtù della sua maggiore “fisica” possiamo sicuramente ipotizzare come campi ideali per il Matrice quelli della Ricerca e Soccorso, della Sicurezza (protezione civile, enti militari) e i rilievi fotogrammetrici (facendo attenzione alle impostazioni camera) in aree particolarmente ampie, anche se in realtà il tempo di volo della macchina è abbondantemente al di sotto dei 40 minuti.

 

Per il resto:

La qualità dei particolari dell’immagine della P1 e della camera dell’Evo è, a livello di dettaglio, pressoché identica; con un piccolo vantaggio a zoom elevati a favore del prodotto Dji.

Con le impostazioni automatiche, parola di Luca Bracali, se si tiene conto soprattutto dell’esposizione e dei colori, vince a mani basse Autel; sempre secondo il nostro ospite, non dobbiamo sottovalutare che i maghi del fotoritocco insegnano che si può scattare in sovraesposizione (mai fare il contrario!), con l’istogramma verso destra. Infatti, grazie al file raw, si potranno poi recuperare molti dati e aggiustare le foto… nel “bianco” ci sono molte più informazioni di quelle che ci sono nei “neri” di un’immagine sottoesposta.

Altri due aspetti da non sottovalutare:

Il Matrice 300 Rtk è soggetto a No Fly Zone sbloccabili (al di là delle autorizzazioni da richiedere alle autorità competenti) solo da Dji.
Questo aggiunge alcune complicazioni non da poco al nostro lavoro. Abbiamo registrato diversi casi di rilievi che si sono dovuti interrompere bruscamente a causa della sovrapposizione della missione con il Geofencing Dji.

L’Autel Evo2 Enterprise RTK è notevolmente più maneggevole del suo competitor (1,2 kg contro i circa 7 kg del Matrice) e soprattutto è un prodotto modulare e facilmente riconfigurabile a seconda delle vostre esigenze, senza che voi abbiate la necessità di investire budget particolarmente elevati.

Come già detto, il budget è una discriminante non da poco… l’Autel vi permetterebbe di esporvi per una cifra che non è neanche un quinto di quanto spendereste optando per il Matrice.
La cosa che più conta: la qualità dei risultati espressi in campo fotogrammetrico è pressoché identica (anzi, nonostante tutta la tecnologia messa in campo dal Matrice, l’EVO dà spesso esiti migliori).

L’unico dettaglio in cui il Matrice è superiore è la "visibilità" della macchia al centro del tombino.

Notare i dettagli nella foto (definizione lamiera, tombini, asfalto), decisamente più definiti nella foto scattata dal drone Autel Robotics.